PROTEGGERSI DALLE RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI
COME PROTEGGERSI DAI DANNI ALLA SALUTE
Il Datore di Lavoro, secondo quanto previsto dal Capo V del Titolo VIII del D.Lgs.81/2008, ha l’obbligo di proteggere i propri lavoratori dai rischi per la salute derivanti dall’esposizione a radiazioni ottiche.
Per radiazioni ottiche si intendono tutte le radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezza d’onda compresa tra 100 nm e 1 mm. Lo spettro delle radiazioni ottiche si suddivide in radiazioni ultraviolette, radiazioni visibili e radiazioni infrarosse.
Innanzitutto, ai fini della valutazione del rischio, occorre verificare se le sorgenti di radiazioni ottiche siano:
– “giustificabili”, cioè intrinsecamente sicure, ovvero nelle abituali condizioni di impiego “innocue”;
– o possano rappresentare un rischio per la salute dei soggetti esposti.
Le sorgenti intrinsecamente sicure sono le sorgenti di radiazioni ottiche che, nelle usuali condizioni d’impiego, non danno luogo ad esposizioni tali da presentare rischi per la salute e la sicurezza.
Esempio di sorgenti “innocue” sono l’illuminazione standard per uso domestico e di ufficio, i monitor dei computer, i display, le fotocopiatrici, le lampade e i cartelli di segnalazione luminosa.
Sono inoltre “giustificabili” tutte le apparecchiature che emettono radiazione ottica non coerente classificate nella categoria 0 secondo lo standard UNI EN 12198:2009 così come le lampade e i sistemi di lampade, anche a LED, classificate nel gruppo “Esente” dalla norma CEI EN 62471:2009.
Se le sorgenti non sono giustificabili, la valutazione deve prendere in esame innanzitutto i dati tecnici forniti dal fabbricante (comprese le classificazioni delle sorgenti o delle macchine secondo le norme tecniche pertinenti).
Le lampade e i sistemi di lampade sono classificati in 4 gruppi. Il Costruttore ha l’obbligo di informare l’utilizzatore.
Gruppo | Stima del Rischio |
Esente | Nessun rischio fotobiologico |
Gruppo 1 | Nessun rischio fotobiologico nelle normali condizioni di impiego |
Gruppo 2 | Non presenta rischio in condizioni di riflesso naturale di avversione alla luce o effetti termici |
Gruppo 3 | Pericoloso anche per esposizioni momentanee |
Invece, per quanto riguarda le macchine e le attrezzature, il DLgs. 27/01/2010 n. 17 (Direttiva Macchine) prevede che se una macchina emette radiazioni non ionizzanti (quindi comprese anche le Radiazioni Ottiche Artificiali) che possono nuocere all’operatore o alle persone esposte, soprattutto se portatrici di dispositivi medici impiantati, il costruttore deve riportare nel manuale di istruzioni le relative informazioni.
Qualora manchino norme specifiche di prodotto, la norma UNI EN 12198:2009 consente al fabbricante di assegnare alla macchina una categoria in funzione del livello di emissione di radiazioni. Sono contemplate tre categorie di emissione, per le quali sono previste diverse misure di protezione, informazione, addestramento:
- categoria 0 nessuna restrizione: macchina intrinsecamente sicura ai fini dell’emissione ROA;
- categoria 1: possono essere necessarie limitazioni d’accesso e misure di protezione; il fabbricante deve fornire informazioni su pericoli e rischi anche indiretti;
- categoria 2: richieste sempre restrizioni speciali e misure di protezione; il fabbricante ha l’obbligo di fornire informazioni su pericoli e rischi anche indiretti e sull’addestramento necessario ai fini dell’impiego sicuro.
Di seguito si riportano alcuni esempi di sorgenti che possono comportare rischio per occhi e/o cute e per le quali risulta quindi necessario procedere a una specifica Valutazione dei Rischi per valutare l’effettivo grado di esposizione a cui sono sottoposti i lavoratori in azienda:
SORGENTE | POSSIBILITA’ DI SOVRAESPOSIZIONE | NOTE |
Arco elettrico
(saldatura elettrica) |
Molto elevata | Le saldature ad arco elettrico (tranne quelle a gas) a prescindere dal metallo, possono superare i valori limite previsti per la radiazione UV per tempi di esposizione dell’ordine delle decine di secondi a distanza di un metro dall’arco. I lavoratori, le persone presenti e di passaggio possono essere sovraesposti in assenza di adeguati precauzioni tecnico-organizzative |
Lampade germicide per sterilizzazione e disinfezione | Elevata | Gli UVC emessi dalle lampade sono utilizzati per sterilizzare aree di lavoro e locali in ospedali, industrie alimentari e laboratori |
Lampade per fotoindurimento di polimeri, fotoincisione, “curing” | Media | Le sorgenti UV sono usualmente posizionate all’interno di apparecchiature, ma l’eventuale radiazione che può fuoriuscire attraverso aperture o fessure è in grado di superare i limiti in poche decine di secondi |
“Luce Nera” usata nei dispositivi di test e controllo non distruttivi (eccetto lampade classificate nel gruppo “Esente” secondo CEI EN 62471:2009) | Bassa – Media o Elevata in relazione all’applicazione | Il rischio è riconducibile all’emissione di UVA associata alla radiazione visibile
Lampade UVA sono utilizzate in dispositivi quali quelli dedicati al controllo e all’ispezione dei materiali o per il controllo delle banconote; analoghe sorgenti sono usate nei locali per intrattenimento quali discoteche, pub e nei concerti. I sistemi impiegati in metallurgia superano il limite per l’esposizione a UVA per tempi dell’ordine di 1 – 2 ore, rispetto ad attività che possono essere protratte per tutto il turno lavorativo. |
Lampade/sistemi LED per fototerapia | Elevata | La radiazione UV utilizzata per le terapie in dermatologia e la “luce blu” utilizzata nell’ambito di attività sanitarie (fototerapia dell’ittero neonatale, chirurgia rifrattiva, ecc…). |
Lampade ad alogenuri metallici | Bassa
(Elevata se visione diretta) |
Sono utilizzate nei teatri, in ambienti vasti (es.: supermercati) e aperti per l’illuminazione esterna e possono superare sia i limiti per gli UV che per la radiazione visibile e in particolare per la “luce blu” per visione diretta della sorgente |
Fari di veicoli | Bassa
(Elevata se visione diretta) |
Possibile sovraesposizione da luce blu per visione diretta protratta per più di 5-10 minuti: potenzialmente esposti i lavoratori delle officine di riparazione auto |
Lampade abbronzanti | Media – Elevata | Le sorgenti utilizzate in ambito estetico per l’abbronzatura possono emettere sia UVA che UVB, i cui contributi relativi variano a seconda della loro tipologia. Queste sorgenti superano i limiti per i lavoratori per esposizioni dell’ordine dei minuti. |
Lampade per uso generale e lampade speciali classificate nei gruppi 1,2,3 ai sensi della norma CEI EN 62471:2009 | Bassa-Media-Elevata in relazione alla classificazione | Inclusi sistemi LED. Necessari accorgimenti pe installazione ed uso sicuro se la classe è superiore alla prima. |
Riscaldatori radiativi a lampade | Medio-Elevata | Emissioni di radiazioni infrarosse superiori ai valori limite possono essere riscontrate fino a 2 metri di distanza da taluni riscaldatori radiativi: necessari accorgimenti per installazione ed impiego sicuro |
Laser | Molto Elevata/Elevata: laser in classe 4/3B; Media: Laser in classe 2-3. Innocui: Laser in Classe 1 | per i Laser in classe 3B e 4 sono obbligatorie specifiche misure di tutela e specifici requisiti di installazione ai fini della sicurezza |
Sulla base di quanto rilevato, in caso di superamenti dei valori limite di esposizione, il Datore di Lavoro è tenuto ad eseguire misure tecniche e organizzative atte a eliminare o ridurre al minimo tutti i rischi (diretti o indiretti) per la salute e la sicurezza derivanti dall’esposizione a radiazioni ottiche di livello pericoloso ed eventuali altri rischi associati. Il DLgs.81/2008 richiede inoltre che vengano adottate specifiche azioni di prevenzione anche in relazione al fatto che la sorveglianza sanitaria evidenzi alterazioni apprezzabili dello stato di salute dei lavoratori correlata all’esposizione alle radiazioni.
Oltre all’adozione delle misure di tutela previste dai manuali di istruzione delle attrezzature di lavoro (macchine) marcate CE, una volta verificata l’indispensabilità o insostituibilità della sorgente o dell’attività-sorgente, per limitare o prevenire l’esposizione, si possono adottare soluzioni tecniche e procedurali quali:
- il contenimento della sorgente all’interno di ulteriori idonei alloggiamenti schermanti completamente ciechi oppure di attenuazione nota, in relazione alle lunghezza d’onda di interesse; ad esempio, la radiazione UV si può schermare con finestre di vetro o materiali plastici trasparenti nel visibile;
- l’adozione di schermi ciechi o inattinici a ridosso delle sorgenti (es.: gli schermi che circondano le postazioni di saldatura);
- la separazione fisica degli ambienti nelle quali si generano ROA potenzialmente nocive dalle postazioni di lavoro vicine;
- l’impiego di automatismi (interblocchi) per disattivare le sorgenti ROA potenzialmente nocive (es.: lampade germicide a raggi UV) sugli accessi ai locali nei quali queste sono utilizzate;
- la segnalazione di “zone ad accesso limitato”, contrassegnate da idonea segnaletica di sicurezza.
Al fine di proteggere efficacemente i lavoratori da danni agli occhi e al viso, il datore di lavoro ha l’obbligo infine di adottare, se previsto dalla valutazione, anche i dispositivi di protezione individuali atti a contrastare i rischi residui di esposizione.
Per la protezione di occhi e viso si utilizzano occhiali (con oculare doppio o singolo), maschere (del tipo a scatola o a coppa) e ripari facciali (per saldatura o altro uso).
Per qualsiasi dubbio e/o chiarimento in materia di sicurezza sul lavoro, il nostro Studio è disponibile a rispondere alle vostre domande al numero 0521 030 848 o tramite mail all’indirizzo info@gruppogema.it